In una verde vallata giace il corpo senza vita di una santa donna, la cui anima viene prelevata da una schiera di angeli: ciò spiega il titolo In morte vita che richiama il concetto cristiano del "dies natalis", ossia della morte corporale che corrisponde alla nascita alla vita eterna. Firmata in basso a destra "P. Loverini Bergamo 1905", l'opera venne presentata per la prima volta all'Esposizione Nazionale di Milano nel 1906. Direttore della Scuola di Pittura dell'Accademia Carrara per quasi trent'anni ed esponente di spicco dell'Ottocento lombardo, Ponziano Loverini (Gandino, BG, 1845-1929) si affermò soprattutto come pittore sacro, eseguendo alcune grandi pale per le chiese di Bergamo. Il dipinto in esame, dal chiaro sapore simbolista, affronta con grande delicatezza il tema della morte, di cui Loverini fu un appassionato interprete, forse anche a causa della lunga serie di lutti familiari che segnarono la sua esistenza. I colori, volutamente tenuti sotto tono, creano sentimenti opposti, divisi tra la drammaticità della morte fisica e l'ascesi dell'anima. Gli angeli, quasi evanescenti, sono realizzati con un tocco sintetico, mentre la figura femminile conserva ancora un certo naturalismo tradizionale. L'opera giunse in Ospedale tramite una donazione. Esiste un dipinto molto simile (Morte e vita, Gandino, BG), che sembra narrare il momento appena precedente a quello qui raffigurato e che è probabilmente una copia da Loverini.Olio su tela, cm 138 x 261Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55635
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