Giovanni Busi detto Cariani, Ritratto di donna (La Schiavona)


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Avvolta in un manto di colore verde, la giovane donna dall'aria pensosa poggia la mano su una lastra marmorea scolpita a bassorilievo raffigurante un cavaliere nudo che, seguito da un uomo a piedi, calpesta col cavallo un uomo riverso a terra. L'identità dell'effigiata è ignota; si è ipotizzato potesse essere un membro della famiglia Albani. Tuttavia, non esiste alcuna prova in grado di confermare questa teoria; anche l'ipotesi di identificare la giovane donna con una benefattrice della Congregazione di Carità, istituzione proprietaria della tela ancora all'inizio dell'Ottocento, è tutta da dimostrare. Lo schema iconografico richiama quello della Schiavona di Tiziano alla National Gallery di Londra e, proprio per questo motivo, l'effigiata è soprannominata la Schiavona. Un tempo attribuito a Palma il Vecchio, specialista nel ritratto femminile che ebbe tanta fortuna nei primi decenni del Cinquecento, il dipinto è ormai assegnato con certezza a Giovanni Busi detto Cariani (Fuipiano al Brembo, BG, 1485 - Venezia, 1458?), bergamasco di origine ma veneziano di formazione. L'opera, senz'altro una delle più notevoli dell'artista, mostra elementi di decisa autonomia, quali la caratterizzazione del volto e la luminosità dei colori, che si sviluppano sulla base dell'influsso di Giorgione (evidente nelle pose del capo e della mano) e del Palma (come rivela l'effetto d'ombra che il primo dei due nastri del corsetto produce sulla camicia bianca). La palese somiglianza con i coevi ritratti femminili di quest'ultimo consente di avanzare una datazione intorno al 1520. Il particolare del bassorilievo, già visto in un altro dipinto del Cariani, trova riscontro in una placchetta del bronzista Moderno che reca la scritta DUBIA FORTUNA. Dal 1879 il dipinto si trova in deposito all'Accademia Carrara.

Olio su tavola, cm 83 x 70
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 57100
 

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