Giuseppe Macinata, Bambocciata con nani in giardino


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Raffigurati con grosse teste deformi, quasi al limite della caricatura, e con corpi sgraziati e sproporzionati, i nani sono inseriti in un ambiente quotidiano che fa spiccare ancor di più la loro irrealtà. La scena, vivacizzata da note di colore squillante, è un tipico esempio del genio burlone del bergamasco Giuseppe Macinata (Bergamo, 1807-1874), famoso per rientrare nella categoria dei Bamboccianti. Proveniente dai paesi nordici, il genere della 'bambocciata' fu molto praticato a Roma ma soprattutto nella Lombardia del Settecento, dove fu trattato in modo del tutto particolare: protagonisti delle scene non erano più i personaggi deformi e allegorici, tanto amati dai fiamminghi e dai pittori romani, ma, per l'appunto, nani. Durante il periodo di sospensione dai corsi dell'Accademia Carrara per motivi disciplinari (aveva introdotto nella scuola un fucile per praticare la caccia), Macinata lavorò forse come tiralinee nello studio di Vincenzo Bonomini. Probabilmente in quell'occasione ebbe modo di vedere un album di Enrico Albrici, anche lui dedito alle 'bambocciate'. Ispirata a una composizione di quest'ultimo, l'opera dell'Ospedale mostra un umorismo semplice e gioviale, ben accompagnato da una linea sicura. Stilisticamente riferibile alla metà dell'Ottocento, il disegno acquerellato si trova in deposito all'Accademia Carrara, insieme a un altro analogo (inv. 57105).

Acquarello e inchiostro su carta, cm 29 x 42,5
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 57104
 

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