Paolo Maria Bonomino, Ritratto di Simone Pellicioli


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Raffigurato di tre quarti, con il capo rivolto verso lo spettatore, il nobiluomo Simone Pellicioli mostra un'espressione lievemente corrucciata. Indossa un sotto-marsina di colore scuro con bottoni dorati, una veste da camera blu a risvolti violacei, una candida cravatta a sciarpa e una lunga parrucca grigia.Il ritratto è stato avvicinato alle prove relativamente giovanili di Paolo Maria Bonomino (Bergamo, 1703 - post 1779), artista del Settecento bergamasco ancora oggi poco conosciuto, il cui catalogo è al momento composto da poche opere certe. Attestato tra i ritrattisti viventi a Bergamo negli anni Trenta, il suo primato cittadino divenne indiscusso solo dopo la morte del maestro Fra' Galgario, avvenuta nel 1743. Se da una parte il ritratto documenta la pungente vena naturalistica del Bonomino, dall'altra restituisce la fisionomia di un artista ancora legato, per molti aspetti, ai modi del maestro, che si destreggia tra l'omaggio alla ritrattistica ufficiale e l'esigenza di una resa analitica e obiettiva della realtà. L'analogia riscontrata con altre iscrizioni presenti su molti altri ritratti della Quadreria dell'Ospedale avvalora l'ipotesi che la scritta "Simon Pellicioli 1739" sia stata inserita in un secondo momento e si riferisca alla donazione o al lascito testamentario del personaggio. La resa più mossa del volto, che già prelude agli esiti delle opere successive, e la stretta aderenza allo stile ghislandiano consentono di collocare il dipinto non troppo distante dal periodo di formazione presso il maestro, conclusosi intorno al 1723, e quindi di avanzare un'ipotesi cronologica nella seconda metà degli anni Venti.

Olio su tela, cm 77,5 x 66,5
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55339
 

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