Giacomo Bosis, Ritratto del cavalier Giovanni Berlandi


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Il ritratto raffigura il dottor cavaliere Giovanni Berlandi seduto in poltrona, abbigliato con giacca e panciotto scuri che contrastano nettamente con il bianco-avorio dello schienale e con il bianco candido della pagina di giornale. Tale è la forza magnetica che sprigiona dal suo volto, incorniciato da baffi spioventi e dalla barba grigio-bianca, che l'attenzione si distoglie dal resto del dipinto. L'insieme sobrio ma contemporaneamente "regale" consente di riconoscere nella persona effigiata un esponente delle famiglie maggiorenti del tempo. La scelta di un ritrattista come Giacomo Bosis (Alzano, 1863 - Bergamo, 1947), che si firma sulla pagina del giornale in basso e che fu allievo di Cesare Tallone alla Scuola di Pittura dell'Accademia Carrara, non è affatto casuale: era capace di reinterpretare l'amato stile del maestro - quasi uno status symbol per l'alta società del tempo -, attenendosi al vero e restituendo la naturalezza della figura con pennellata libera e sensibile alla luce. Realizzato intorno al 1899, il ritratto è apprezzato per la verità rappresentativa, sia esteriore che interiore del personaggio, per l'equilibrio della composizione e per il progressivo aggiornamento verso l'intensificazione della verosimiglianza e dell'indagine psicologica in una chiave più confidenziale e familiare. Il dipinto fu con ogni probabilità ordinato dallo stesso Ospedale in segno di gratitudine verso questo benefattore, la cui donazione all'Ente ospedaliero risale al 1911.

Olio su tela, cm 117 x 74
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55269
 

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