Cerchia di Antonio Cifrondi, Ritratto di Benedetta Mosconi


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La tela raffigura la nobildonna Benedetta Rivola, vedova del fu Giuseppe Mosconi, esponente della famiglia dei conti Mosconi che nel Settecento fu particolarmente ricca e agiata. Indossa una veste scarlatta, dalla scollatura moderata, corredata da una camicia candida che esce dalla pettorina dorata e dalle maniche in una profusione di merletti. I lembi della veste appaiono fermati da più fili di perle, in parure con la collana e il bracciale, raccolte a formare una sorta di drappeggio a catenella. La stoffa, operata con un curioso motivo floreale, rivela il colore grigio perlaceo della fodera nelle bande laterali, raccolte ai lati della gonna, secondo il gusto vigente tra la fine del Seicento e l'inizio del secolo successivo. La vistosa acconciatura a fontange, a quel tempo assai diffusa in Francia, si compone di diversi strati di tulle inamidato disposto in pieghe e sostenuti da un'armatura di fili metallici. Il ventaglio reca piume nere, che si distinguono appena.
Precedentemente assegnato alla "Scuola di Fra' Galgario" e datato, come da iscrizione apposta sulla tela, al 1717, alcuni elementi del ritratto, come l'incarnato della dama, l'espressione un poco "popolaresca" che non lascia spazio all'idealizzazione e soprattutto la pennellata fluente, rivelano una certa affinità con la maniera di Antonio Cifrondi (Clusone, 1656 - Brescia, 1730) che, nello stesso periodo in cui il genio indiscusso di Fra' Galgario si affacciava sul panorama bergamasco di inizio Settecento, risultava già molto attivo nel genere del ritratto. Alla luce di queste valutazioni, è plausibile ipotizzare che l'autore del dipinto fosse un pittore locale attivo tra la fine del Seicento ed i primi decenni del secolo successivo, conoscitore del Cifrondi maturo e dotato di una certa abilità pittorica che lo avvicinava ai grandi ritrattisti dell'epoca. Visto che la data 1717 indica l'anno di morte della nobildonna, il cui testamento redatto due anni prima in favore dell'Ospedale è tuttora depositato presso l'Archivio di Stato, è possibile che il ritratto sia stato realizzato tra la fine del Seicento e il primo decennio del secolo successivo.

Olio su tela, cm 110 x 88
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55284

 

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