Pietro Fassi, Ritratto del medico Matteo Rota


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Figlio di Lorenzo Rota, medico e botanico di chiara fama, il dottor Matteo Rota è ricordato soprattutto per aver fondato l'Ospedale cittadino per rachitici, poi denominato in suo onore Istituto ortopedico Matteo Rota, acquisito dall'Ospedale di Bergamo a metà degli anni Settanta del Novecento. L'uomo, elegantemente vestito, è ritratto con un atteggiamento molto naturale e sereno. Le mani tenute in tasca fanno sì che la giacca resti aperta, lasciando intravedere l'orologio a catena appeso al panciotto. Firmata in basso a destra, l'opera fu eseguita dal bergamasco Pietro Fassi (Desenzano al Serio, BG, 1885 - Albino, BG, 1965), allievo di Ponziano Loverini all'Accademia Carrara. La pennellata sfumata, condotta con mano vivace e spontanea, ancora legata alla cultura di matrice romantico-verista del tardo Ottocento, rende perfettamente l'umanità del Rota, che era solito raggiungere i suoi pazienti a piedi anche nei luoghi più sperduti. L'opera, dall'evidente carattere commemorativo, come peraltro attesta la dedica nel cartiglio della cornice, fu realizzata probabilmente post mortem, quindi dopo il 1930, sulla base di una fotografia in posa del personaggio, tuttora conservata nella collezione dell'Ospedale (inv. 88681). La datazione sarebbe confermata anche dalla produzione pittorica del Fassi; proprio negli anni Quaranta si concentra infatti il maggior numero di ritratti a figura intera di impostazione intensa e coinvolgente, come quello in esame.

Olio su tela, cm 133 x 76,5
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55266

 

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