Pittore bergamasco, Ritratto di gentiluomo con spada


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Il nobiluomo indossa con naturale eleganza un "giuppone" di un intenso colore giallo ocra, ornato da profilature in oro e da una fila di bottoni dorati, dal quale spunta una gorgiera a lattuga di discrete dimensioni. Completano la mise, diffusa in Lombardia dalla metà del Cinquecento, calzoni corti e gonfi, calze e una cintura in cuoio a cui è appesa una spada. La figura dell'uomo si impone, anche in virtù del suo vigore e della sua fisicità, su uno sfondo sostanzialmente uniforme. L'ignoto pittore, pur non rinunciando alla precisa definizione del dettaglio, non indugia su elementi secondari come il vestiario, ma si concentra sulla resa della figura che, modellata da un chiaroscuro sapientemente calibrato, emerge dall'ombra con grande naturalezza. La cura riscontrata sia nell'incarnato del volto che nei baffi, portati secondo la moda del tempo, insieme alla delicata modulazione luministica, restituiscono il profilo di un artista che, oltre ad una forte inclinazione al vero di matrice lombarda, mostra una cultura multiforme. Formatosi molto probabilmente in territorio bergamasco, il pittore mostra una certa propensione verso un naturalismo vigoroso, certamente conoscitore della lezione ritrattistica di Giovan Battista Moroni ma anche di quella del suo erede ideale, Giampaolo Cavagna, la cui lezione è però emendata dagli eccessi di impietoso realismo. La ricerca di naturalezza, diversa da quella senza compromessi del Cavagna, avvicina il dipinto in esame alle primissime prove ritrattistiche di Enea Salmeggia, ben rappresentate dal Ritratto di suonatore di spinetta della collezione Luigi Koelliker, opera databile al 1592. Questo confronto, oltre ad avvalorare sempre più l'ipotesi di una provenienza tutta bergamasca dell'opera, consente di collocarla sul crinale delle esperienze realistiche ereditate dal Cavagna, dalle quali si discosta in favore di una maggiore idealizzazione, e di proporre una datazione all'ultimo quarto del Cinquecento.

Olio su tela, cm 110 x 92
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55336
 

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