Pittore bergamasco, Vestizione di Santa Chiara


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Il dipinto raffigura Santa Chiara d'Assisi, quando diciottenne abbandonò la casa dei genitori ad Assisi per raggiungere San Francesco e i suoi frati alla Porziuncola: analogamente a san Francesco, la cui personalità tanto l’aveva affascinata, si spogliò di tutti i suoi beni, simboleggiati nel dipinto dalle ricche vesti e dai gioielli -di cui il padre nobile e ricco l’aveva adornata- abbandonati alle ancelle che si vedono dietro di lei. San Francesco allora le tagliò i capelli e la rivesti del saio grigio della penitenza ponendo le basi dell’ordine della Clarisse. Possiamo avanzare l’ipotesi che l’opera, insieme al suo pendant raffigurante la Gloria di Santa Chiara, anch’esso conservato nella collezione degli Ospedali Riuniti di Bergamo (inv. 55262), provenga da una delle chiese dei monasteri cittadini delle Clarisse, come quello di S. Maria di Rosate, o quello di Santa Chiara in via San Leonardo, oggi via Sant’Alessandro, fondato nel 1533, oppure da altre comunità religiose femminili francescane, come il monastero delle Cappuccine di Santa Croce in Rocchetta o il convento di San Giuseppe delle Terziarie di San Francesco. I Francescani si collegavano spesso alle istituzioni ospedaliere, insediandosi nelle vicinanze di esse o prestando opere di apostolato e di carità al loro interno, come, ad esempio i Cappuccini di Bergamo, che alla fine del Settecento assunsero la cura religiosa proprio dell’Ospedale maggiore. E' quindi probabile che le due opere siano giunte nel patrimonio dell’Ospedale proprio in occasione delle soppressioni dei conventi e che lo storico legame tra le istituzioni favorisse il ricovero di queste opere presso l’Ospedale. E’ documentata la soppressione di numerosi conventi di clarisse in Lombardia dal 1782 al 1787. La coppia di dipinti è databile tra la fine del XVII secolo e l'inizio del successivo.

Olio su tela, cm 161 x 188
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Inv. 55261
 

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