La galleria di antichi ritratti dell’Ospedale di Bergamo permette di ricostruire una sequenza visiva di tanti aspetti, anche i più minuti, della storia di Bergamo e non solo: uno dei più affascinanti è la documentazione dell’evolversi della moda. Il nobiluomo Giovan Battista Locatelli indossa in quest’opera una severa sopravveste nera impreziosita al collo con quella che può essere considerata una delle prime manifestazioni della cravatta: ossia l’evoluzione degli ampi colli di pizzo inamidato seicenteschi che dall’ultimo quarto del secolo vengono lasciati flosci o annodati al collo. All’inizio del Settecento si modificano anche le voluminose parrucche inanellate che vengono incipriate e un po’ accorciate, con un taglio che si conclude con due grossi boccoli, talvolta legati, come in questo caso, secondo l’uso militare. Mentre si volge all’osservatore con un piglio imperturbabile, il nobiluomo accosta una mano appena sotto il cuore, infilandola per metà sotto il lembo della veste, secondo un gesto tipico e codificato nella ritrattistica già a partire dal Seicento.L’ignoto pittore è capace di rendere con efficacia la verità del personaggio sia nei dettagli più minuti, come le vene in rilievo sulla mano o le trine dei merletti, sia nella restituzione generale del carattere fermo e pacato del corpulento personaggio. Benché con fare distaccato, il personaggio si mostra orgogliosamente consapevole dello status sociale, dell’estrazione nobiliare e del ruolo ricoperto nella società.L’opera denuncia la conoscenza, anche se parziale, della ricerca che Fra’ Galgario stava sviluppando proprio agli albori del Settecento nel campo del ritratto dal vero, preludendo agli esiti che dagli anni ‘20 saranno propri del più brillante tra gli allievi del Maestro, Paolo Maria Bonomino.Alessandra Civai, Lisa FracassettiOlio su tela, cm 83,2 x 73,5. Restauri: 2011, Antonio ZaccariaASST Papa Giovanni XXIII, Inv. 55370
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